LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto
A marola

Dal sagrato di Marola si alza una voce: “Demilitarizziamo Spezia, demilitarizziamo il mondo”

Tante persone in una cornice simbolica e di grande impatto, il sagrato della chiesa di San Vito a Marola, la cui disponibilità è stata concessa dalla parrocchia, poche decine di metri dal muro che separa la città da 90 ettari di aree militari, un tempo sede di officine, oggi scheletri abbandonati, fatiscenti e con enormi criticità ambientali mai risolte. Un intreccio di interventi culturali, politici, artistici, voci della città e di tante realtà e territori, che sono stati spinti da un sentire comune. Una forte risposta alla censura operata dal Camec sulla performance dei collettivi Dadaboom e Superazione. Una presentazione in tre tempi, con William Domenichini che ha spiegato come Marola, luogo simbolo di una città che pretende bonifiche dei siti inquinati, un processo di demilitarizzazione delle aree in disuso, la ridiscussione e il ridimensionamento del progetto basi blu, con Virginia Orrico (Museo Giak Verdun) che ha sottolineato come questo appuntamento “artivistico” fosse la risposta concreta alla censura e un momento capace di catalizzare le urgenze di ogni territorio che subisce la presenza militare, presentando un’opera, Malapolizia, allestita nello spazio del presidio; quindi  Francesco Terzago (Mitilanti) che ha sottolineato il fatto che arte e letteratura sono lo spazio in cui costruire immaginari alternativi che rifiutano il compromesso.
La serata è proseguita con un intreccio tra arte, performance e interventi di esperienze militanti, accomunate dai valori della Pace tra i popoli e dal desiderio di demilitarizzare i nostri territori. Da Catia Castellani allx compagnx del Movimento No Base – né a Coltano né altrove, dai versi di Andrea Bonomi (Mitilanti) all’intervento di Silvia Peveri per “Non una di meno La Spezia”, pittrici come Moira Tuckett, Oriana Cattoia, Giancarla Guastini, Antonella Moggia e Maria Grazia Giaume che ha anche eseguito con l’organetto Bella Ciao. Dai saluti dei lavoratori fiorentini della GKN, alle opere di Alessandro Giannetti (Museo Giak Verdun), dai Cobas La Spezia e Massa Carrara ai versi di Filippo Lubrano (Mitilanti), dall’intervento di Dada Viruz Progect e della Brigata mutuo sociale per l’abitare alla lettura di Alfonso Pierro (Mitilante) di un passo di Censorship Now!’ di Ian Svenonius e degli studenti spezzini (UDS).
La serata è proseguita con l’esperienza del Cantiere Sociale Versiliese, la performance di Maurizio Esposito (Live painting), il contributo del movimento Palmaria SÌ masterplan NO, l’intervento di Unione degli Studenti, i versi di Natalino Alberti; l’intervento di Emanuele De Luca per Archivi della Resistenza, e il finale musicale con le note di Francesca Reyner iniziato in duo con Florian Müller (Flo Spaguetty) e la canzone “Ciao Mare” che racconta la voglia di abbattere quel muro che separa da troppo tempo la città dal suo mare. Hanno aderito alla manifestazione anche Non Una di Meno Mugello e Firenze contro la guerra.
Più informazioni
leggi anche
L'area verde di Marola
"per un futuro decolonizzato"
“Demilitarizziamo Spezia”, dall’episodio del Camec ad un happening artistico a Marola
Il disallestimento di opere e materiali dalla mostra “Giacomo Verde. Liberare l’arte dagli artisti”
Las pezia calling
Chiamata 13 – “Demilitarizzare La Spezia”: censura alla mostra “Giacomo Verde. Liberare l’arte dagli artisti”
Marciapiede Marola
Non solo buche
Frau: “Non più rimandabile la manutenzione dei marciapiede di Marola”
Marola e la base navale
Intervento in corso
Palazzo civico destina ulteriori 152mila euro all’area verde di Marola
Il porticciolo di San Vito e l'area adiacente che sarà data in concessione al Comune
"la giunta deve onorare quel contratto"
Da Marola, Circolo Pd: “Lunedì tutti in consiglio comunale, in discussione l’area di San Vito”
Il porticciolo di San Vito e l'area adiacente che sarà data in concessione al Comune
Abitanti in consiglio
Marola, l’area 174 e il contratto della discordia. Il sovrappasso unica soluzione ma la Soprintendenza ha detto no