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Vertice prefettura

Emergenza caldo e cantieri, si guarda alla cassa integrazione per evitare i rischi per i lavoratori

Proseguono le indagini sulla morte dell'operaio 54enne avvenuta ieri sul tetto di un capannone. A seguito dell'episodio è stato attivato un tavolo di confronto tra autorità sanitarie, associazioni datoriali e sindacati. Tra le richieste la possibilità di sospendere le lavorazioni e attivare la cassa integrazione in caso di necessità, maggiori dispositivi di protezione per i lavoratori e pause più flessibili.

Vertice prefettura sicurezza lavoro

Proseguono gli accertamenti sulla morte di Simion Popescu, 54 anni, il cui decesso è avvenuto ieri sul tetto di un capannone in costruzione alla Spezia. Il nodo centrale dell’intera vicenda sta nella ricostruzione dei fatti, se e quando avrebbe fatto la pausa, fino al malore che l’ha colpito stroncandolo. L’operaio era un elettricista esperto di cablaggio e in questo periodo era impegnato, per conto di una ditta in subappalto, nella costruzione di un capannone che ospiterà degli uffici della Ferretti Group. Su quanto avvenuto sul tetto della struttura  i sindacati, già ieri, avevano ribadito di volerci vedere chiaro chiedendo massima attenzione per il tragico episodio e sulle condizioni di lavoro in cui alcuni settori specifici, a partire dall’edilizia, alle quali devono essere sottoposti gli operai. A seguito della drammatica vicenda questa mattina si è tenuto un vertice in Prefettura. Al tavolo erano seduti le associazioni datoriali, i sindacati e i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, Asl 5 e Inps.

Al centro del dibattito l’applicazione della cassa integrazione dovuta all’emergenza caldo in corso e alcune richieste per il settore, partendo dalle pause e dalla dotazione di maggiori dispositivi di sicurezza: copricapi, creme solari, pause adeguate. Su quest’ultima parte il dialogo tra le parti era già aperto sin dalle prime condizioni critiche dovute al clima. Sulla questione cassa integrazione, ci sarebbero i presupposti e Inps potrebbe essere attore trainante per l’applicazione. Al termine della riunione è stato prodotto un documento per incentivare questa possibilità.

 

Vertice prefettura sicurezza lavoro

 

In merito al tragico evento di ieri e sul bilancio della riunione di stamani la prefetta Maria Luisa Inversini: “I fatti di ieri sono ancora in fase di accertamento ed è prematuro fare qualunque ipotesi e preferisco non pronunciarmi se si tratti di un incidente sul lavoro in senso tecnico. C’è un dato oggettivo: l’emergenza calura c’è e su questo tema le imprese si stavano già confrontando da tempo. Il dialogo con Confindustria, Cna e Confartigianato era già attivo e ho colto volentieri l’invito dei sindacati e dell’Asl per aprire un momento di confronto su questa tematica. Sul tema della cassa integrazione, nell’ambito dell’emergenza caldo, c’è stata grande apertura da parte dell’Inps per avviare un dialogo sull’applicazione di aprire la cassa che è da tempo prevista, ma di fatto non sarebbe mai stata applicata a livello locale, diversamente da quella applicata nei mesi invernali e per gli eventi meteorologici avversi. Ovviamente uno dei presupposti è la percezione della temperatura oltre i 35 gradi, che è un fatto oggettivo nella rilevazione ma soggettivo nell’accertamento perché è legata alla condizioni del lavoratore, dove si trova a operare e alla mansione a cui è addetto. Si tratta di tema complesso, oggi abbiamo cercato di costruire un documento dando una serie di indicazioni che dovranno essere recepite nei documenti delle valutazioni di rischio di ogni azienda (Legge 81, NdR) è tenuta a fare. Si tratta di linee per valutare bene e gestire in rischio da calore, in modo che si possa costruire un presupposto per avere maggiore forza nell’affrontare il dialogo con l’Inps per arrivare alla concessione della cassa integrazione per la calura eccessiva, legata a lavoratori e impieghi specifici perché anche la fragilità e il contesto medico sono importanti”.

Sulla partita caldo, cassa e dialogo i sindacati hanno le idee chiare. Gianni Carassale per Cgil: “E’ positivo che sia stata accolta la richiesta per confrontarsi sul tema del caldo, è evidente però che non si risolve tutto con un incontro. Le normative sono chiare e precise per evitare situazione critiche, la sensibilizzazione alle aziende va fatta nell’ottica del rispetto delle normative di legge e della loro applicazione. L’attenzione deve essere mirata e precisa da parte dell’azienda. Il caldo eccessivo di questo periodo potrebbe ripetersi anche in futuro e quindi adottando queste norme si possono limitare eventi tragici. Ricordiamo quello che è accaduto ieri, aspettiamo l’esito delle indagini, è chiaro che il rischio c’è”.

“Dobbiamo sensibilizzare gli enti – spiega Davide Grazia responsabile di Filca Cisl – e per la cassa integrazione abbiamo chiesto che venisse presa d’esempio quella degli eventi meterologici prevista per i mesi invernali. Con queste temperature estreme, i lavoratori dei cantieri non riescono a operare nelle ore pomeridiane dalle 13 alle 17. Chiediamo alle istituzioni di essere sensibili su questo argomento, perché il settore edile è troppo esposto a questi rischi”.

Marco Furletti segretario confederale di Uil Liguria è intervenuto anche sul tema dei dispositivi: “Abbiamo apprezzato la disponibilità del prefetto per questo tavolo di confronto con le delegazioni sindacali, le autorità e le associazioni datoriali. Abbiamo chiesto che ci sia un’opera di sensibilizzazione affinché ci sia una particolare attenzione e il rispetto delle norme per la sicurezza di questi lavoratori a partire dalle dotazioni suppletive individuali. Abbiamo chiesto che vengano implementati bevande, creme solari, copricapi e adeguate pause psicofisiche in concomitanza degli orari dove la temperatura è più elevata. Abbiamo rimarcato che nel momento in cui ci fossero criticità le lavorazioni possano essere fermate. Tramite i nostri delegati abbiamo attivato questo tipo di confronto, prima del tragico evento di ieri, nelle aziende”.

 

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