Sono in arrivo dalla zona di guerra ucraina altre 45 persone. Il dato emerge da Caritas. Ma il numero totale degli arrivi potrebbe aumentare, perché in molti sono giunti con mezzi propri anche senza avere contatti con la rete che si è venuta a creare alla Spezia dall’inizio dell’emergenza. In questi primi dieci giorni sono arrivate sul territorio, in totale, venti persone che si sono affidate a parenti e amici presenti sul territorio e che si sono messe in contatto con il canale istituito dalla prefettura con Caritas, forze dell’ordine, autorità sanitarie e amministrazioni.
Mentre i protocolli si aggiornano e cambiano, tutte gli enti chiamati in campo si stanno organizzando per l’evoluzione sull’accoglienza sia in materia di soggiorno che di sanità. Il protocollo ufficiale, al momento, prevede che le persone arrivate si presentino in questura della Spezia, entro 8 giorni, se possibile, insieme con la persona che offre l’ospitalità presso il domicilio.
Le dichiarazioni di presenza e quella di ospitalità consentono di ottenere la documentazione necessaria per ricevere l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale che, alle persone “rifugiate dall’Ucraina, significa poter accedere alle cure e alla assistenza sanitaria per un anno. Entro 48 ore dalla dichiarazione di presenza, Asl5 chiamerà per effettuare il tampone antigenico rapido. Ne seguirà un colloquio con il personale sanitario, per valutare eventuali visite o vaccinazioni.
Per oggi pomeriggio è previsto un altro incontro tra le varie autorità preposte per l’accoglienza al fine di verificare il numero totale delle persone arrivate in provincia, contando sia quelli già segnalati nella rete, coloro i quali sono arrivati autonomamente senza appoggi.