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Prosegue la raccolta di beni

Ucraina, l’impegno di Caritas e parrocchie

Don Palei: "I primi arrivi di profughi sono stati per così dire alla spicciolata, ora però il numero è destinato a crescere e dobbiamo prepararci reperendo alloggi ammobiliati o strutture comunque disponibili".

Il magazzino della Caritas di Santo Stefano Magra con gli aiuti per l'Ucraina

“La rete delle parrocchie si è subito mobilitata, da un capo all’altro della diocesi, in favore di aiuti e di accoglienza per i profughi dalla guerra in Ucraina. E meno male, perché come Caritas, da soli, non avremmo la possibilità di censire tutte le disponibilità e di raccogliere tutto il materiale che viene donato. Nondimeno, i nostri punti di raccolta, alla Spezia, a Sarzana e a Santo Stefano Magra, stanno operando ormai da giorni davvero a pieno regime”. Per il direttore della Caritas diocesana don Luca Palei e per i suoi collaboratori questi sono giorni non facili. All’impegno quotidiano per far fronte alle “emergenze” invernali, legate alla necessità di accogliere le numerose persone senza tetto e di aiutare quanti sono in difficoltà economica (un numero che purtroppo cresce, come dimostrano i dati che abbiamo pubblicato domenica scorsa), si è aggiunto infatti, da un giorno all’altro, quello provocato dalla guerra che si sta combattendo, in seguito all’invasione russa dell’Ucraina, proprio alle porte dell’Europa. Il prefetto della Spezia, Maria Luisa Inversini, ha individuato proprio nella Caritas, sin dai primi giorni dell’emergenza, la struttura più adatta per attuare le prime iniziative. Come spiega ancora don Luca, “i primi arrivi di profughi sono stati per così dire alla spicciolata, di persone che magari avevano già un riferimento sul nostro territorio, come parenti o amici. Ora però il numero è destinato a crescere: il governo ha approvato nuove misure, simili a quelle dell’accoglienza dei profughi in altri periodi, e quindi dobbiamo prepararci, reperendo alloggi ammobiliati o strutture comunque disponibili”.

La diocesi ha invitato tutti i parroci, oltre alle associazioni, a collaborare con la Caritas, e questo sta già avvenendo. Don Palei sottolinea come anche nelle zone più lontane dal capoluogo, come ad esempio Comuneglia, piccola frazione del comune di Varese Ligure, il parroco abbia segnalato disponibilità di aiuti od anche di alloggi. Lo stesso stanno facendo il priorato delle Confraternite ed altre associazioni. La raccolta di vestiario e di altri generi di prima necessità, da inviare in Ucraina mediante la protezione civile, è supportata, anche in questo caso, da “reti” spontanee costituitesi in poche ore nelle scuole o nelle aziende, sta dando risultati importanti. La Caritas ha predisposto alcuni manifesti e volantini, diffusi anche mediante i social media, nei quali campeggiano un grande cuore con i colori della bandiera ucraina, azzurro e arancione, e la scritta “Vuoi aiutare ?”. In particolare, viene riportato che “la comunità ucraina ha espresso il bisogno di torce, batterie, calze e stivali da uomo, farmaci, guanti monouso, bendaggi, kit di sutura, siringhe, caffè, tè, alimenti e prodotti di igiene per neonati”. Viene sospesa invece la raccolta di tutti gli altri beni. I punti di consegna sono i seguenti: centro di ascolto di via Don Minzoni 43 alla Spezia, centro di ascolto di via Mazzini 78 a Sarzana, magazzino Caritas di via Vincinella a Santo Stefano Magra. E’ possibile, inoltre, effettuare offerte in denaro a sostegno di Caritas Ucraina, versando sul conto corrente intestato a: Caritas diocesana La Spezia- Sarzana- Brugnato – IT88M0623010706000040390102 specificando nella causale ‘’Emergenza Ucraina’’. Proseguono inoltre le iniziative di preghiera e le veglie per la pace, avviate sin da venerdì 25 febbraio con la veglia presieduta dal vescovo nella chiesa di Mazzetta, presente anche il cappellano della comunità ucraina don Volodymyr Lyupak. Ieri sera una veglia di preghiera si è tenuta al santuario di Roverano ed altre si svolgono nelle singole parrocchie.

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