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Situazione delicatissima

Call center, una nuova azienda sarebbe interessata a subentrare nello Spezzino. Per i lavoratori della ex Call and Call però restano tante preoccupazioni

La Pure Energy Ldt avrebbe mostrato interesse per investire alla Spezia, ma la situazione per i lavoratori della ex Call and Call non è ancora definita. In commissione consigliare le acque si agitano perché l'azienda ha per il momento interloquito solo con un sindacato e la trattativa è ancora in fase embrionale. Non ci sono ancora stati incontri ufficiali con il Comune della Spezia. Allo stesso tempo con i vari passaggi e la perdita di alcune commesse si arriva alla cifra di 80 esuberi.

Una possibile nuova commessa alla Spezia che coinvolgerebbe anche i lavoratori della Cds, ex Call and Call che potranno scegliere se aderire a questa nuova realtà. Ldt Pure Energy del settore energia, il cui amministratore delegato è Enrico Corona di origine spezzina, ha mostrato interesse per subentrare sul territorio. Un primo contatto c’è stato con il sindacato Uil. Tutto il processo però è in fase embrionale, fatto salvo per alcuni scambi informali tra il sindacato e l’amministrazione comunale. Inoltre, Ldt sarebbe interessata ad interloquire con il Comune.

Di fatto, la situazione per la ex Call and Call resta delicata, con il rischio di molti esuberi e alcune commesse perse, tra queste, l’ultima e storica con CoopVoce. I tempi sono strettissimi, molti non sanno cosa gli accadrà dal 1° gennaio. Altri invece avrebbero possibilità di ricollocarsi ma non c’è modo di sbloccarli. Sullo sfondo l’assenza di un piano industriale, chiesto più volte dai sindacati stessi. Questo il tema della commissione consiliare sul Lavoro che si è tenuta stasera.  Non sono mancati i momenti di tensione, perché il nuovo insediamento dapprima sembrava cosa fatta ma l’iniziale entusiasmo è stato raffreddato perché non ci sono ancora atti ufficiali.

Speranza Poleschi Cisl: “Con il fallimento di Call and Call è stato acquisito prima dall’azienda Aqr che a sua volta ha creato una sotto azienda identificata sotto il nome di CDS. In quel passaggio sono stati mantenuti tutti i posti di lavoro e la sfera contrattuale di ogni lavoratore. Questo avveniva a settembre 2020, poco dopo però è andata persa la commessa di Findomestic che impiegava più di 100 lavoratori. Quella commessa andò in gara, come prevede la legge. Con il nuovo contratto nazionale è stata inserita la clausola sociale. Findomestic è passata a Transcom, la clausola prevede che chi passa nell’azienda entrante sono calcolate sulla base dei volumi reali della commessa. Nella prima trattativa da un numero basso siamo riusciti a inserire altri lavoratori. Ne sono purtroppo rimasti fuori 30. La commessa Call to fin, una sottoazienda dentro Aqr, nell’arco di poco tempo è passata in Transcom senza clausola perché non era in gara. La stessa Transcom però si è fatta carico di una parte di lavoratori rimasti fuori. Terzo fatto, abbiamo concluso ieri le clausole sociali della commessa CoopVoce che abbiamo perso. Questo ha creato un ulteriore esubero all’interno di Cds. Anche questa commessa non lavorava con troppi esuberi e l’azienda entrante ha lasciato su Cds 30 persone. Allo stato dell’arte fino al 31 dicembre ci sono 356 lavoratori, ma dal primo gennaio ne rimarranno 292. Di questi sono 194 che lavorano alla commessa Enel servizio elettrico. Noi negli anni abbiamo accumulato degli esuberi anche in questa commessa. Ad oggi di questi lavoratori, 70 sono in più rispetto ai volumi reali. Siamo riusciti ad arrivare fino a questo momento e di mezzo è arrivata anche la pandemia che ci ha consentito di arrivare fino ad oggi. Altri 23 lavoratori sono sulla commessa Eolo, l’unica che non ha problemi per il personale impiegato. Il punto è che su 292 lavoratori rimasti, senza ammortizzatori sociali, ci troviamo ad avere più di 80 esuberi. Non esiste ad oggi un piano industriale che chiediamo da anni, da quando Call and Call era in salute. Abbiamo continuato a farlo anche con Cds. Sembra però che il costo del lavoro della Spezia sia troppo alto. Ad oggi questa è la nostra situazione“.

Tiziana Venelli  di Cgil ha spiegato: “Non avendo un piano industriale, abbiamo delle persone che hanno paura che accada un altro disastro e non riusciamo a farle uscire trattando con l’azienda. Un’ora fa è arrivata una comunicazione dell’azienda ha chiesto se abbiamo più persone che vogliono trovare una soluzione alternativa, con la disoccupazione anche senza incentivi. Ad oggi la situazione si è ribaltata. In questi giorni abbiamo appreso la notizia di una possibile commessa di un fornitore di energia che dovrebbe far uscire da una situazione di limbo 50 lavoratori. Però non abbiamo ancora molte informazioni. E’ una partita confederale ed è nostro dovere informare i segretari. Ci sono una serie di circostanze, a partire dall’individuazione delle location. Cds ci ha dato dei termini. A febbraio va trovata una soluzione altrimenti ci ritroveremo tra i 70 e i 100 esuberi, se non addirittura licenziamenti collettivi. Non avremo una prospettiva positiva per gennaio. Ci auspichiamo che ci sia un percorso con il sindaco, non vogliamo che questi lavoratori finiscano in mezzo a una strada“.

Sul nuovo insediamento è intervenuto Alessandro D’Ippolito della Uil: “Abbiamo avuto la fortuna che un’azienda di Cesena, appartenente al mercato libero, vorrebbe approdare alla Spezia. La nuova società si metterà d’accordo direttamente con il Comune. C’è stata una collaborazione comunale ineccepibile. Ben venga riportare il lavoro alla Spezia. Ha un progetto importante, partirebbe con circa 50 assunzione per poi arrivare a un regime di 300 persone. Se ciò avvenisse assorbirebbe completamente il personale in esubero. Siamo in trattativa e speriamo che tutto vada come ci auspichiamo. Dopo le festività avremo risposte concrete”.

Si è aperto il dibattito e la prima a intervenire è stata Federica Pecunia, tra i richiedenti della commissione: “Io vengo a conoscenza questa sera della trattativa. Noi abbiamo convocato le tre sigle sindacali però mi pare di capire che una parte è al corrente. Le altre due sigle no, perché è stato ringraziato il Comune?”.

Ha risposto D’Ippolito: “L’interlocuzione è in fase iniziale e ha cercato la Uil perché l’azienda ha dapprima cercato me. Lo stesso vale per il coinvolgimento del Comune. Le alternative erano aprire all’Aquila oppure alla Spezia. Abbiamo cercato di mettere in evidenza la qualità dei lavoratori spezzini”.

Poleschi ha aggiunto: “Non eravamo al corrente ma il collega della Uil ha condiviso con noi e i lavoratori. Sappiamo anche che sarebbero già state individuate le possibili location. L’azienda ha contattato loro, ma l’intervento del Comune ha fatto un intervento per individuare l’insediamento“. Guido Melley ha chiesto: “Se oltre alla ricerca dei luoghi, il Comune come sta seguendo questa vicenda? Cosa accade e per quale motivo perdono le commesse?”

L’assessore Genziana Giacomelli ha spiegato: “Negli ultimi 10 giorni ho incontrato Marco Furletti e D’Ippolito che hanno presentato l’ipotesi di un nuovo call center sul territorio. Sono emerse varie opportunità, mi hanno spiegato una situazione di difficoltà. E’ stata una chiacchierata circoscritta e il mio impegno è stato parlarne con il sindaco e ieri mi ha chiesto di poter incontrare l’azienda. Ho dunque richiamato Furletti di contattare la società. Ci siamo interessati gli immobili in maniera informale, ho avvisato anche gli altri sindacati. Se ci sarà modo di rendere realtà questo percorso lo faremo. Da una parte abbiamo un imprenditore  che potrebbe incontrare il sindaco, dall’altra abbiamo un’azienda in crisi che va gestita. E’ chiaro che ad oggi non c’è nulla da raccontare. Come Comune non ci tireremo indietro”.

Pecunia ha posto un’altra domanda. “Sono confusa, perché l’azienda deve prendere contatto con il sindaco? La ex Call and Call sta passando un momento difficile. Ma i sindacati vanno convocati prima. C’è stato l’interessamento per le location? Sarebbe una vicenda assurda. Bene che il Comune si interessi. Ma serve chiarezza“.

Venelli ha rilanciato sulla chiarezza, seguita da Donatella del Turco. “L’assessore è stata menzionata più volte perché la soluzione sembrava più vicina. Il tempo però stringe”.

Del Turco ha aggiunto: “Le scadenze mettono a rischio i lavoratori. Un altro punto, i lavoratori perché non riescono a uscire dall’azienda? Mi sembra molto grave, perché se qualcuno si può ricollocare in autonomia deve poterlo fare“.

D’Ippolito ha voluto chiarire: “L’azienda è venuta dalla Uil e non è obbligata a dover fare un incontro confederale. Ho ringraziato il Comune perché dalla nostra chiacchierata informale sono emerse delle ipotesi, anche sulle sedi. Quelle che sono le trattative con l’azienda le sto portando avanti io e quello che dico ai lavoratori iscritti in circostanze di condivisione sono con i miei iscritti, che come Uil sto facendo. Non si illude nessuno. Questo percorso è chiaro che non avrà delle certezze domani mattina.  Lasciare per strada 100 persone è terribile e un danno di immagine dell’azienda stessa. Quello che sto facendo io è cercare di far reggere il più possibile l’azienda che c’è già per lasciare a casa meno persone possibile. Cerchiamo di salvare tutti. L’argomento non è la possibile entrata di una nuova azienda, ma il problema sono le 100 persone che rischiano di essere licenziate da gennaio. Il costo del lavoro sul territorio, per anzianità di servizio dei lavoratori, è di 24 euro. Le gare che stanno uscendo oggi sono a prezzi inferiori”.

Anche Giacomelli ha voluto fare ulteriore chiarezza: “Noi non abbiamo ancora interloquito con l’imprenditore. Quando avrà modo di rappresentare ciò che vorrebbe fare sul territorio  noi saremo pronti a incontrarlo. Tutto quello che l’amministrazione ha fatto è stato informare tutte le sigle. Ma ripeto, questo va scisso dalla situazione degli esuberi. Abbiamo avuto una sola interlocuzione con Uil. E anche alle altre delegazioni ho sottolineato che nel momento in cui ci saranno maggiori informazioni verranno immediatamente contattati. Non abbiamo visto sedi, non c’è concretezza, speriamo che ci sia la possibilità”.

Melley ha cercato di capire quanto possa essere reale l’ipotesi e ha ribadito una certa perplessità sulla vertenza. Dello stesso avviso Pecunia che ha ribadito: “La vicenda è nebulosa. Vogliamo capire perché è stato detto che il Comune era informato quando non lo è. Crediamo però che tutte le sigle sindacali dovevano essere informate. “.

Il consigliere Massimo Lombardi ha chiesto l’avvio di un percorso concreto. “Chiedo quali percorsi possibili sono attivabili per aiutare i lavori. Se arriveranno nuovi imprenditori chiedo che vengano convocate tutte le sigle. Ritengo che questa commissione potrebbe fare un focus sul tema assieme all’azienda. Mi piacerebbe che fosse formalizzata questa mia richiesta”.

La sindacalista Polleschi ha detto: “Questa situazione è delicata. Per noi però il nuovo insediamento sembrava cosa quasi fatta. Stasera apprendo che siamo ancora in fase embrionale. La stessa Cds sta aspettando notizie su questa azienda”.

D’Ippolito ha sciolto le riserve sull’azienda che dovrebbe subentrare: “Si chiama Ltd Pure energy e l’amministratore delegato è il dottor Enrico Corona, spezzino di nascita. E’ una nuova azienda che si sta approcciando al mercato e si proporranno con nuove assunzioni con persone che si candidano, non è un passaggio automatico.  L’azienda proporrà un’assunzione e la scelta finale spetterà al lavoratore singolo, non c’è automatismo sulla clausola sociale. E proprio questa mattina l’azienda ha confermato di voler contattare il Comune. Nessuno sta confermando niente. Parliamo di licenziamenti dal 3 gennaio ma non abbiamo conferme sui licenziamenti di Cds. Non siamo in fase di licenziamenti. Se la nuova azienda deciderà di subentrare non lo farà domani mattina e allo stesso tempo Cds non potrà licenziare. Con il lavoro di tutti potrebbe arrivare una soluzione. Non voglio fare polemica, ma nessuno ha dato certezze. Cerchiamo di tenere, come Uil, un contratto stretto con chi ha espresso interesse”.

Massimo Baldino e Federica Pecunia hanno accolto la proposta di Lombardi di convocare l’azienda. “Spiace che non si contino le clausole sociali – ha detto Pecunia -. Rimango perplessa del fatto che ci sia interlocuzione solo con un sindacato. I posti di lavoro vanno garantiti. La situazione per me non è chiara”.

Tiziana Venelli ha concluso: “Io chiedo all’amministrazione di mettersi in contatto con Cds per capire cosa accadrà. Le confederazioni quando ci sono situazioni così importanti devono essere interessati. Scopro oggi che ci saranno dei colloqui, facciamo quadrato. Cercate di capire al più presto cosa accadrà, non aspettiamo“.

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