“Chi come noi ha un incarico istituzionale non può raccogliere la notizia e tacere: ha l’obbligo morale e il dovere istituzionale di valutare la situazione per capire se il fatto può costituire elemento condizionante per il regolare svolgimento dell’attività politica ed amministrativa”. È quanto affermano in una nota Mauro Ciri e i consiglieri di opposizione di “Esserci per Ameglia” Bernava, Cadeddu e Petacchi, in merito ai recenti sviluppi della vicenda di Ameglia Servizi e all’avviso di conclusione delle indagini che vede indagati gli ultimi tre sindaci del Comune insieme ad altre quattro persone. Se la posizione dell’attuale assessore regionale Giampedrone infatti è rimasta invariata rispetto a quella del febbraio scorso, le cose sono cambiate per il suo predecessore Galazzo e il suo successore De Ranieri i cui nomi erano stati inizialmente stralciati.
Al primo – attuale sindaco rieletto solo poche settimane fa – viene infatti contestato il reato di bancarotta fraudolenta insieme agli ex consiglieri di amministrazione Frati e Chillà, mentre al secondo è contestato il reato di bancarotta semplice. È invece rimasta invariata, come detto, l’ipotesi di bancarotta semplice a carico di Giampedrone, Piciocchi, Nocentini e Santini.
“L’ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta è grave” sottolineano i consiglieri citando la “disastrosa gestione della società” e facendo riferimento, pur senza citarlo, al neo sindaco aggiungono: “nel febbraio 2021, in prossimità delle elezioni, le notizie erano evidentemente incomplete ed hanno probabilmente indotto anche chi era direttamente interessato alla vicenda candidarsi, ritenendo che non sarebbe stato chiamato a prendere decisioni nell’interesse dell’ente”.
“Ci pare evidente – proseguono – che il peso e l’importanza dell’evento potrebbero essere causa di resistenze ed ostacoli alla fluidità dell’azione amministrativa e che ci saranno occasioni in cui gli Organi del Governo del Comune saranno chiamati ad esprimersi e a decidere proprio sulla questione. La giustizia farà il suo corso e crediamo che debbano essere garantite collaborazione e trasparenza da parte delle istituzioni per consentire alla Magistratura di accertare se davvero ci sono state le responsabilità oggi ipotizzate. Non si tratta di avere fiducia o dubbi sulla figura del Sindaco (di tutte le persone coinvolte si deve presumere l’innocenza sino all’ultima pronuncia dell’ultimo grado di giudizio) ma ci sembra d’obbligo sottolineare come Giunta e Consiglio potrebbero essere influenzati da una vicenda giudiziaria così complessa e fortemente centrale anche per il governo delle risorse del Comune, e quindi – concludono – ci sembra conseguente riflettere se opportunità alternative possono essere considerate”.