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L'udienza a genova

Presunte frasi omofobe, a giudizio l’ex leghista Giovanni De Paoli

Il caso risale a quattro anni fa.

Giovanni De Paoli

Giovedì 30 gennaio è giorno d’udienza per il consigliere della Regione Liguria Giovanni De Paoli, imputato perché avrebbe detto che, avesse un figlio gay, lo brucerebbe. Il politico originario di Varese Ligure, eletto con la Lega, è stato chiamato a giudizio al pm Patrizia Petruzziello presso la Procura di Genova. La frase omofoba sarebbe stata pronunciata nel 2016 al termine di una riunione della Commissione salute e sociale della Regione Liguria. A denunciarla era stato il presidente dell’associazione Agedo (Associazione di genitori, parenti e amici di omosessuali) Giovanni Vianello.
“Si tratta del primo caso contro l’omofobia in Italia, ne siamo fiduciosi – commenta la denunciante Aleksandra Matikj, presidentessa del Comitato per gli Immigrati e contro ogni forma di discriminazione – Oltre alla nostra, risulta presa in carico anche la querela presentata dall’Associazione AGEDO, l’Associazione genitori di omosessuali”. I due fascicoli sono uniti in un unico processo che inizierà come detto il 30 gennaio 2020, alle 9, davanti al giudice Massimo Todella.

“In Italia manca ancora una Legge ufficiale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia ed in un Paese dei Diritti come l’Italia è il prossimo passo da compiere. Giunto è il momento che anche in questo Paese inizino a cimentarsi delle lotte ed a conseguire le vittorie contro chi per odio distrugge le vite innocenti altrui”, conclude Matikj.

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