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"i miei figli? la collezione migliore"

"Ragazzi, siate tenaci, nel mercato della moda c’è posto per voi"

Dieci milioni di euro di fatturato. Uno stile inconfondibile. Lo stilista Maurizio Baldassari si racconta ai ragazzi del liceo: "Ho lavorato con Armani si vide subito il suo talento e ne sono fiero. Porta alto il nome dell'Italia".

Lo stilista Maurizio Baldassari

La storia dello stilista, fashion designer di fama mondiale lericino doc Maurizio Baldassari comincia, per caso, in un’assolata giornata in spiaggia. “Incontrai un amico e mi disse di mandare una lettera alla Rinascente di Milano. Non avevo la minima idea di come sarebbe andata a finire”.
Lo stilista Baldsassari, che con l’azienda di famiglia fattura oltre dieci milioni di euro all’anno, ha raccontato la sua esperienza ai ragazzi del liceo Mazzini che si affacciano ai nuovi percorsi di alternanza scuola lavoro e orientamento. L’incontro si è tenuto questa mattina nell’auditorium della scuola. Era il 1957 quando l’appena ventenne Baldassari lasciò la carriera sportiva, giocò a basket e nella serie A di pallanuoto, per affacciarsi al mondo della moda. Non ci volle molto che si fece notare alla Rinascente per le sue doti e per il suo stile inconfondibile. In quegli anni conobbe e lavorò anche con un giovane vetrinista, poi stilista e oggi icona della moda: Giorgio Armani.
“Divenni un buyer perché un collega se ne andò – ha spiegato – e non avevo la minima idea di come potermi destreggiare. Ero stato letteralmente buttato in quel mercato. Ascoltando chi proponeva i tessuti all’azienda, cominciai a capire come muovermi. Passai 18 anni in Rinascente. Fu la mia formazione. Negli anni come buyer lavorai anche con un giovanissimo e bellissimo Giorgio Armani. Era il creativo con il quale bisognava interfacciarsi nella realizzazione delle collezioni. Aveva un talento immenso, che lo ha portato ad essere l’icona che oggi tutti conoscono. Sono profondamente orgoglioso di aver condiviso con lui una parte di questo percorso e che sia uno di quei nomi che porta avanti lo stile italiano. Lavorò alla Rinascente per dieci anni”.
La scalata al successo di Baldassari nel giro di una trentina d’anni, negli anni Ottanta in particolare, lo portò a conquistare le fette del mercato più importanti dell’Oriente. “Arrivammo in Cina – ha proseguito – e ci dissero che forse non erano pronti per il nostro stile”.
Parlando delle grande distribuzione estera che conta migliaia di esercizi in tutto il mondo ha spiegato: “Per l’Italia è stato un duro colpo. Rimaniamo uno dei paesi più grandi, ma ormai il concetto dello stilista di bottega è ormai tramontato. Noi esportiamo al cento per cento all’estero. Perché i pagamenti in Italia sono più lenti e l’interesse che suscitiamo all’estero è altissimo. Dal Giappone alla Cina, il Made in Italy continua ad essere apprezzato. E noi, utilizziamo solo prodotti italiani”.
“Arrivammo in Giappone nel 1980 e con i grandi magazzini Takashimaya abbiamo avviato un’importante partnership con la quale proseguiamo tutt’oggi – ha aggiunto -. Nel 1997 abbiamo cominciato delle grosse collaborazioni stilistiche con delle grosse aziende che oggi hanno fame del design italiano”.
Baldassari ha anche raccontati ai ragazzi la passione per il suo lavoro: “Ogni mattina mi alzo e penso di avere ancora tanti progetti, questo mi spinge a non fermarmi. Assieme a me ho una grande squadra, i miei figli che stanno portando avanti l’azienda. Loro sono la mia collezione migliore. E mi tengo vivo anche con l’agricoltura. La famiglia, gli amici mi legano ancora a Lerici. Il lavoro però mi porta ancora fuori dall’Italia. Ma chi si ferma è perduto. A questi ragazzi dico che possono ancora inserirsi in questo mercato ma dovranno essere tenaci e crederci sempre”.
L’iniziativa organizzata al Liceo Mazzini fa parte, come detto, di un percorso che si inserisce nel rinnovato sistema dell’alternanza scuola e lavoro e per l’orientamento.
“Questa conferenza – ha spiegato la dirigente scolastica Francesca Del Santo – rappresenta un ponte per lo sviluppo delle competenze trasversali richieste per guardare al di là della scuola e di un percorso di orientamento di vita. Questo incontro cade dopo la simulazione della prova di italiano che ha proposto anche un documento su marketing e Made in Italy”.
Il liceo Mazzini guarda lontano e in questa ottica di scambi e nuovi mercati da circa due anni ha inserito anche una quarta lingua nella sezione del linguistico: il cinese.
“Siamo una scuola – ha concluso Del Santo – che ha nella sua storia una forte apertura al mondo europeo ma che ha sempre guardato un po’ più in là. Dapprima introducendo dei corsi pomeridiani di lingue extraeuropee e ora da due anni è stato introdotta come quarta lingua, il cinese, in una sezione del linguistico. Una delle ragioni per cui la nostra attenzione si è concentrata su Maurizio Baldassari è stata anche la sua esperienza nel mercato orientale”.

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