LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto

Approvata liquidazione di Ameglia Servizi, è scontro politico

Ieri sera passaggio fondamentale in Consiglio Comunale, duro botta e risposta fra maggioranza e opposizione. Ora si cercherà nuovo soggetto per la gestione del porticciolo.

Comune Ameglia

Il consiglio comunale ha scritto la parola fine sulla partecipata “Ameglia Servizi Turistici” approvandone – con i soli voti contrari di Fontana, Benelli e Pisani – lo scioglimento e la liquidazione dopo 13 anni di vita e vicende politiche ed amministrative che rischiano di protrarsi ben oltre la lunga seduta di ieri sera. Restano infatti ben distanti le posizioni fra l’attuale maggioranza e l’opposizione che in questi mesi ha ribattuto punto su punto al sindaco e alla giunta che non hanno mancato di ricordare la differente guida dell’ente fino al 2014. Un botta e risposta proseguito anche oggi dopo ore di confronto in sala consiliare.

“La delibera – spiega il sindaco De Ranieri – è basata su quanto disposto dal Codice Civile, dalle leggi in vigore e dalla giurisprudenza. Il Decreto Madia nonostante la pronuncia di incostituzionalità della legge delega al Governo, non inficia il procedimento giuridico della deliberazione, in quanto gli articoli presi a riferimento non riguardano materia concorrente tra Stato e Regioni e soprattutto riprendono normative già in essere. Inoltre – aggiunge – è evidente come il decreto 175/2016 sia in vigore nonostante i costituzionalisti di “Insieme per Ameglia” ritengano il contrario. Un atteggiamento grave e volutamente dilatorio che vuole condurre la società al fallimento come da essi dichiarato. L’opposizione ha contestato nuovamente i dati delle due diligence contabile e amministrativa, arrivando perfino a sollevare dubbi sulla professionalità degli esperti del Centro Studi Enti Locali che le hanno redatte e che appartengono ad un ente di formazione certificato per la Pubblica Amministrazione. Il percorso che ha portato l’Amministrazione a votare la delibera è stato di trasparenza e condivisione, risultato di una situazione deficitaria cronica, creata dalla totale mancanza di controllo analogo negli anni dal 2003 al 2013”.
Il sindaco, che nel documento letto ai presenti ha parlato di “un percorso lungo e difficile, soprattutto per le implicazioni non solo economiche ma anche sociali e morali” nei confronti di lavoratori, residenti e comunità, ha rimarcato nuovamente le accuse nei confronti di “una classe di amministratori che alternandosi nelle funzioni e nei ruoli hanno caratterizzato la vita pubblica di Ameglia per vent’anni, al termine dei quali a noi è toccato saldare il conto”.
Per De Ranieri inoltre la “totale mancanza di controllo analogo da parte del Comune dalla costituzione della società fino alla fine della diligence contabile del 2014 ha permesso l’approfondirsi di un deficit che oggi ci pone davanti all’ineluttabile scelta di chiudere la società” mentre dopo il voto ha parlato di aderenza da parte dell’opposizione “ai dettami ed alle linee guida che hanno creato la rovina della società e l’impoverimento del Comune”. Sottolineata da parte del sindaco anche la “mancata presa di coscienza da parte della Fontana e degli altri sulle responsabilità dell’Amministrazione Galazzo nella creazione del deficit per il mancato controllo sulla società”.

Pronta la replica di “Insieme per Ameglia” che sulla parola ‘fine’ messa alla partecipata ha osservato come “non poteva essere diversamente dato che da due anni e mezzo a questa parte ogni azione compiuta da questa amministrazione e dal cda della società andava in questa direzione”.
“Due anni e mezzo – aggiungono i consiglieri – fatti di tanti annunci, tante conferenze stampa, tanta propaganda, tante insinuazioni e tante pesanti allusioni. Ieri sera si è avuta la conferma del fatto che dietro tutto ciò si nascondeva tanta improvvisazione, diventata poi confusione per sfociare nel caos più totale. Si è perso un mucchio di tempo durante il quale la società ha operato quando invece non avrebbe potuto farlo. Ieri sera però sono venute alla luce cose interessanti, in larga parte frutto dell’ennesimo incarico fiduciario, conferito questa volta alla Centro Studi Enti Locali srl di San Miniato, costato quasi ventimila euro, di due diligence legale e contabile. Uno studio, come più volte chiarito da De Ranieri, che avrebbe dovuto far luce sulle responsabilità per poi poter agire nei confronti dei responsabili. Ebbene – puntualizzano Fontana e colleghi – in questo studio si individuano, guarda un po’, delle responsabilità anche in capo a Giampedrone, De Ranieri e Santini. Per quanto riguarda Giampedrone si legge che “ha deliberato la ricapitalizzazione della società con apporto di beni del Comune, in assenza di una preventiva autorizzazione da parte dell’Amministrazione Comunale, sia relativamente al bilancio d’esercizio 2013 e il bilancio d’esercizio 2014, formalmente impegnando il Comune nei confronti della Società e dei terzi creditori, ponendo in essere di fatto un comportamento dilatorio nell’iscrizione della causa di scioglimento ex art. 2484, comma 1, n. 4 del codice civile, operazione peraltro mai adempiuta con eventuale pregiudizio alla società ed ai creditori stessi”. Per quanto riguarda Santini (Presidente e Amministratore Delegato) e gli altri membri del cda, “stante la mancata tempestiva attuazione della delibera di ricapitalizzazione in parola, avrebbe dovuto procedere, asi sensi dell’art. 2484, comma 3, del codice civile, all’iscrizione presso l’Ufficio del Registro delle Imprese competente, della dichiarazione con cui l’Organo amministrativo stesso accertava la causa di scioglimento. Avendo omesso tale adempimento, gli Amministratori si sono resi personalmente e solidalmente responsabilità per gli ulteriori danni subiti dalla società, dal socio, dai creditori sociali e dai terzi, ai sensi e per gli effetti dell’art. 2485 c.c.”. Per quanto riguarda De Ranieri, “non appare del tutto esente dalla responsabilità, avente comunque valenza residua e solidale con gli altri membri del consiglio comunale, per aver di fatto autorizzato la prosecuzione dell’attività gestionale, anzichè sostituirsi agli obblighi comunque gravanti in capo all’Organo amministrativo ai sensi dell’art. 2485 c.c., rimandando conseguentemente gli opportuni provvedimenti obbligatori di legge all’esito di un’eventuale procedura di vendita dell’intero pacchetto di controllo delle quote medesime”. Nell’ambito della due diligence poi si aggiungono ulteriori voci di perdita rispetto a quelle portate nel bilancio 2015 per ulteriori € 917.023,00”.

In proposito nella nota i consiglieri spiegano: “L’Avv. Santini in data 5 novembre 2015 avrebbe sottoscritto una scrittura privata con il proprietario di un’imbarcazione che avrebbe subito un sinistro l’8.4.2014 nel porticciolo. Ebbene, in tale scrittura Santini avrebbe, secondo quanto riportato nella due diligence, riconosciuto incredibilmente sia la responsabilità del danno sia dell’ammontare dello stesso, quantificabile in complessivi euro 729.000,00. Incredibilmente perchè esiste un’assicurazione che garantisce la Società, seppure per un massimale inferiore, e non si comprende il motivo per cui Santini abbia deciso di riconoscere la responsabilità del danno e addirittura l’ammontare dello stesso. La cosa assume ancor più rilevanza perchè nel bilancio 2015 della società l’organo amministrativo ha deciso di non dover effettuare un apposito accantonamento al “fondo per rischi ed oneri” per far fronte alla problematica e nel bilancio non è menzionata la scrittura privata che avrebbe sottoscritto Santini. Una seconda rettifica in negativo del patrimonio netto per € 100.800,00 è relativa al mancato computo del canone che la Società deve pagare al Comune per la gestione del porticciolo. A pagina 44 della due diligence si legge che “l’amministratore delegato della società Avv. Davide Santini ha rappresentato che vi era un accordo verbale con il Sindaco, all’epoca il Sig. Giacomo Raul Giampedrone, che prevedeva la riduzione a zero dei canoni 2013 e 2014 e nessun pagamento di canoni per le annualità 2015, aspetto questo che non è emerso con certezza dai documenti societari messi a disposizione agli scriventi”. In altre parole Giampedrone aveva garantito a Santini (e lo aveva anche dichiarato pubblicamente durante il consiglio comunale del 16 dicembre 2014) che il Comune non avrebbe più chiesto il canone alla società; peccato che si sia dimenticato di scriverlo in una delibera. Si legge poi che è intercorso uno scambio di corrispondenza tra Comune e Società a proposito della debenza di questo canone a seguito della quale: il Consiglio Comunale, De Ranieri compreso, il 27 aprile 2016 approvava un rendiconto di gestione contenente un accantonamento in via prudenziale all’interno dei fondi vincolati dell’avanzo di amministrazione della quota relativa al canone 2015 (€ 100.800); l’assemblea dei soci di AST, rappresentata da De Ranieri, in data 16 maggio 2016 (e quindi dopo che in Consiglio Comunale aveva riconosciuto che la somma di € 100.800 era dovuta al Comune a titolo di canone del porto 2015), approvava il bilancio di esercizio al 31.12.2015 in cui non si teneva conto dell’esistenza di questo debito nei confronti del Comune. Si dichiarava che “per l’esercizio 2015 il canone non è stato rilevato”. In altre parole – sostengono i consiglieri di opposizione – De Ranieri Sindaco ha approvato un bilancio del Comune contenente un credito nei confronti di AST di € 100.800,00 per il canone 2015 mentre De Ranieri Socio ha approvato un bilancio della società che non prevede un debito per il canone 2015 nei confronti della Comune”. Un quadro che “Insieme per Ameglia” definisce “disarmante” e che ha portato “ad una liquidazione che avrebbe sicuramente potuto essere scongiurata se si fosse presentato subito un piano industriale e si fosse proceduto celermente alla ricapitalizzazione che avevano promesso di fare e che non hanno mai fatto”.

Infine il futuro del porticciolo delineato da De Ranieri: “A seguito della messa in liquidazione della società per essa non sarà più possibile continuare la gestione della concessione comunale del Porto di Bocca di Magra e degli altri ormeggi lungo il fiume. Per questo motivo senza ulteriori ritardi il Comune procederà ad individuare un nuovo soggetto che si sostituirà alla società nella gestione della concessione per un tempo congruo a definire un bando di gara europeo per il rilascio di una nuova concessione demaniale che consenta i necessari investimenti per l’attività turistica di ricezione nautica che caratterizza il porticciolo di Bocca di Magra. Precisa volontà dell’Amministrazione in questa fase sarà il mantenimento del livello occupazionale attuale e la gestione degli ormeggi secondo la regolamentazione comunale, con un adeguata remunerazione per il Comune”.

leggi anche
Porticciolo di Bocca di Magra
Attualità
Nuovi indagati per il fallimento di Ameglia Servizi, l’opposizione: “Giunta e consiglio potrebbero essere influenzati da vicenda così complessa”