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Cronaca

Demolizioni davanti a Marola, esposto in procura

La bettolina fatta a pezzi preoccupa gli abitanti del borgo. Polizia municipale e Asl non hanno riscontrato problemi, ma i cittadini meritano più chiarezza. Sabato il presidio sotto il Comune.

Una fase delle operazioni di demolizione della bettolina.

Sino ad oggi il silenzio è stato assordante. Stiamo parlando della vicenda della demolizione della bettolina adibita al trasporto di carburante sulla banchina della base navale spezzina a poche decine di metri dalle case e dalle scuole di Marola. Non un fiato, nonostante le richieste di chiarimenti avanzate a più riprese al personale della base navale, agli uffici Asl e alle istituzioni locali da parte degli abitanti. Nessuna risposta ufficiale, nessuna rassicurazione suffragata da documentazione. Solo silenzi.
Eppure il primo articolo sulla questione è uscito il 7 novembre scorso(vedi). Nel corso di queste tre settimane i marolini, con i membri dell’associazione ‘Murati vivi’ in testa, non sono stati fermi ad attendere e hanno avviato un percorso per ricevere risposte che questa mattina ha portato alla presentazione di un esposto alla Procura del Tribunale spezzino, corredata da ottanta firme di abitanti e genitori degli alunni della scuola che si trova a 150 metri dal luogo della demolizione.

A muovere la mano dei marolini non è stata solamente la sacrosanta volontà di conoscere i dettagli di quello che accade oltre il muro (area militare o no, un cantiere di demolizione sotto casa non lo vorrebbe nessuno), ma le fiammate bluastre provocate dai cannelli degli operai e le scie di liquido scuro che dalla carcassa della bettolina scorrono verso il mare quando piove. E di conseguenza i timori per la propria salute e per quella dei propri figli (tanto che un genitore ha deciso di non mandare la figlia a scuola per alcuni giorni). Ansie comprensibili: d’altronde la fiducia in quello che fanno le istituzioni, qualunque esse siano, è ai minimi storici. Figurarsi per chi risiede nel golfo in cui convivono le vicende di Pitelli e del Campo in ferro. Se poi si tratta di un falso allarme, basta dirlo. Comunicarlo con trasparenza.

Nel frattempo, alla ricerca di chiarimenti e di un sostegno per le proprie richieste, i Murati vivi hanno incontrato i consiglieri comunali spezzini di tutto l’arco politico, ottenendo la promessa della presentazione di una mozione da parte delle liste ‘Per la nostra città’, ‘Movimento 5 stelle’ e ‘Sel’ e la richiesta ufficiale di accesso agli atti inoltrata dal consigliere del Pd Jacopo Montefiori.
Il Comune, interpellato da CDS, fa sapere di avere inviato a più riprese la Polizia municipale di mattina e di pomeriggio per rilevare eventuali rumori eccessivi, a partire dal 23 novembre. Giorno in cui anche i funzionari della Asl si sono recati sul posto, senza riscontrare nessuna anomalia sotto il profilo delle polveri. “Peccato – rispondono i Murati vivi, che sono al corrente del sopralluogo – che quel giorno i lavori fossero fermi”. Nessuna situazione di rilievo, anche nelle altre giornate, per quel che riguarda i rumori.
I dubbi per i marolini rimangono, per la casuale concomitanza della sospensione dei lavori con la visita della Asl, e per le rigidissime norme a livello europeo per poter procedere alla demolizione di uno scafo dal potere altamente inquinante come quello di una bettolina che ha avuto a che fare con bunker e fondi di sentine e che successivamente pare essere stata ferma per anni.

Nelle ultime ore pare che finalmente sia in arrivo qualche risposta, anche grazie all’interessamento del dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo 9. In attesa di chiarezza e rassicurazioni documentate, domani mattina alle 9.30 i cittadini e i Murati vivi si raduneranno sotto Palazzo civico, per un presidio di protesta contro l’attività di demolizione sotto le loro finestre e per chiedere al sindaco Federici di intervenire in maniera più incisiva.

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